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Reflusso vescico-ureterale - Pagina 2
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Reflusso vescico-ureterale |
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COME SI CURA (APPROCCIO MEDICO E/O CHIRUGICO).
Management Medico del VUR
Esso include:
1) bladder training;
2) management di eventuali disfunzioni minzionali (terapia anticolinergica, alfa-bloccanti,biofeedback, terapia per la stipsi);
3) terapia antibiotica profilattica continuativa od intermittente (i casi selezionati);
4) Assessment periodico del VUR e delle condizioni cliniche del paz inclusi ripetuti controlli esame urine, UC, VCUG o cistoscintigafia, ripetuti controlli dell’alta via urinaria e ripetuti controlli emato-chimici e della funzione urinaria.
Risoluzione del quadro di VUR
Le probabilita’ di risoluzione spontanea del VUR è più elevata in soggetti nei quali esso sia stato diagnosticato in eta’ giovanile e/o nei casi di basso grado. Fattori prognostici della risoluzione del VUR possono anche essere il volume vescicale, in corso di Cistogramma, a cui il reflusso ha origine, l’incidenza di episodi di UTI segnalati nel paziente, l’opportunita’ di risoluzione di eventuali sindromi disfunzionali dello svuotamento . Dati elaborati dalla American Urological Association (AUA) Reflux Guidelines Committee riportano che a 5 anni il 92% dei pazienti con VUR di I grado e l’81% di quelli con II mostrano spontanea risoluzione in relazione all’eta’ della diagnosi.
Nei bambini con VUR di III grado la risoluzione è più alta in quelli con eta’, alla diagnosi, inferiore ai 2 anni se con reflusso unilaterale (70%) e più bassa per quelli con VUR di III grado bilaterale e di eta’ , alla diagnosi, maggiore di 5 anni (12,5%).
Il VUR unilaterale di grado IV, in accordo ai dati AUA, si risolve spontaneamente a 5 anni nel 50% dei casi, mentre VUR bilaterali di IV grado mostrano spontanea risoluzione solo nel 10% dei casi.
Ruolo della Terapia antibiotica profilattica
Cornerstone nei primi studi anni 60-80, attualmente rimessa in discussione in relazione alla non dimostrata efficacia nella riduzione della recidiva delle UTI e della progressione del danno renale rispetto a soggetti con VUR non trattati.
Si e’ concordi nel ritenere inutile una profilassi antibiotica in soggetti con VUR oligosintomatico e di basso grado, non associato a dilatazione della via urinaria e con parametri minzionali nella norma.
Nei soggetti di sesso femminile in eta’ adulta sembra che la associazione tra VUR e la concomitante attivita’ sessuale e/o lo stato di gravidanza aumentino il rischio di UTI o danno renale e, pertanto, sembra utile in tale fase l’opportunita’ di una terapia antibiotica profilattica,
Nei soggetti con disfunzioni minzionali clinicamente rilevanti (Dysfunctional Voiding Scoring System) e/o con persistenza di dilatazione della via urinaria dopo minzione appare ragionevole l’utilizzo periodico della profilassi antibiotica soprattutto in quelli con UTI recidivanti e frequenti episodi di pielonefrite acuta.
Migliori risultati in termini di cura del reflusso vescico-ureterale, minore incremento nel tempo del danno renale e minore incidenza di episodi febbrili si registrano nei gruppi di pazienti con VUR trattati con approccio medico-chirurgico (endoscopico con iniezione di Deflux, laparoscopico, open robotico) rispetto a quelli sottoposti a trattamento medico.